di Stefano Musso
Nuovo uomo, nuove idee, solidi valori. B.Obama ha incantato con la sua ascesa politica i giovani e i vecchi, i bianchi e i neri nei vari continenti e oggi incarna la Presidenza degli USA ed un rinnovato sogno americano.
Sperare è un diritto, pare dire la sua storia. Il carisma e i progetti del neo-presidente non fanno dubitare delle sue qualità personali, ma è soprattutto il suo messaggio politico che insegna ad avere coraggio: non si è servito della paura, del razzismo, della difesa degli interessi di parte; nonostante fino a un anno fa questi elementi sembrassero imbattibili. Al contrario, la spinta verso il cambiamento futuro e l'assunzione delle proprie responsabilità nel presente sono gli ingredienti con cui si è guadagnato la fiducia. Suscitare la speranza, poi, comporta dei doveri.
L'America infatti non è innocente, e nemmeno onnipotente. Nessuno Stato lo è. E allora, accanto all'utile entusiasmo mettiamo anche il necessario realismo. In questi ultimi anni molte cose sono cambiate in maniera inarrestabile: la Cina produce gran parte dei beni di consumo globali e controlla miliardi di $ americani, mentre il crollo delle borse sta ridisegnando l'economia internazionale. Il mondo è cambiato e non solo per colpa di Bush.
La politica non è una religione e allora non aspettiamoci da Obama un messia: un uomo politico non cancella “il male dal mondo”, né – più prosaicamente – ha “la bacchetta magica” per tutti i nostri problemi. Attendiamoci dalla politica ciò che essa può dare. Obama sarà un buon presidente se fornirà proposte intelligenti e se ripulirà gli Stati Uniti dalle macchie che si sono accumulate in questi anni. La storia gli presenta il conto:
- Guantanamo aperta e i diritti individuali intaccati;
- la maggiore produzione di CO2 del mondo;
- le profonde disuguaglianze sociali;
- la guerra in Afghanistan e in Iraq;
- le basi americane sparse sempre più per il pianeta (qualcuno vuole contare quante sono in Suditalia? Qualcuno è al corrente che ne verrà aperta una nuova, rifiutata dalla Spagna, e accolta da Berlusconi?) e un peso crescente dei vertici militari nelle scelte politiche (e il '900 insegna).
Sperare è un diritto, pare dire la sua storia. Il carisma e i progetti del neo-presidente non fanno dubitare delle sue qualità personali, ma è soprattutto il suo messaggio politico che insegna ad avere coraggio: non si è servito della paura, del razzismo, della difesa degli interessi di parte; nonostante fino a un anno fa questi elementi sembrassero imbattibili. Al contrario, la spinta verso il cambiamento futuro e l'assunzione delle proprie responsabilità nel presente sono gli ingredienti con cui si è guadagnato la fiducia. Suscitare la speranza, poi, comporta dei doveri.
L'America infatti non è innocente, e nemmeno onnipotente. Nessuno Stato lo è. E allora, accanto all'utile entusiasmo mettiamo anche il necessario realismo. In questi ultimi anni molte cose sono cambiate in maniera inarrestabile: la Cina produce gran parte dei beni di consumo globali e controlla miliardi di $ americani, mentre il crollo delle borse sta ridisegnando l'economia internazionale. Il mondo è cambiato e non solo per colpa di Bush.
La politica non è una religione e allora non aspettiamoci da Obama un messia: un uomo politico non cancella “il male dal mondo”, né – più prosaicamente – ha “la bacchetta magica” per tutti i nostri problemi. Attendiamoci dalla politica ciò che essa può dare. Obama sarà un buon presidente se fornirà proposte intelligenti e se ripulirà gli Stati Uniti dalle macchie che si sono accumulate in questi anni. La storia gli presenta il conto:
- Guantanamo aperta e i diritti individuali intaccati;
- la maggiore produzione di CO2 del mondo;
- le profonde disuguaglianze sociali;
- la guerra in Afghanistan e in Iraq;
- le basi americane sparse sempre più per il pianeta (qualcuno vuole contare quante sono in Suditalia? Qualcuno è al corrente che ne verrà aperta una nuova, rifiutata dalla Spagna, e accolta da Berlusconi?) e un peso crescente dei vertici militari nelle scelte politiche (e il '900 insegna).
Barack Obama, alla luce dei primi provvedimenti, sembra aver presente questa lista. Se si attiene alle sue promesse è già buono. Ma per molti altri problemi, non siamo ingenui, non è un leader da solo a poter cambiare le cose, bensì occorre che la gente faccia la sua parte. Anche Obama l'ha detto: “sì, NOI possiamo”, possiamo insieme, al plurale: non lasciamo tutto in mano ad una sola persona. E poi questa...in parole semplici...è la sfida della democrazia.
5 commenti:
vorrei segnalare il nuovo sito della casa bianca....al suo interno ha un blog dove spiega giorno per giorno il percorso del governo, gli executive orders e mi pare che ogni settimana ci sia un video dove parla il presidente ai suoi cittadini...
questa settimana per esempio ha detto che aprirà un sito (recovery.gov) dove verrano spesi i dollari delle tasse dei contribuenti (come in Italia)....non male!
http://www.whitehouse.gov/blog/
putroppo un altra analisi che pur presentando interessanti punti di discussione appare volutamente intaccata da un antiamericanismo assurdo ed incomprensibile che non appartiene all'autore ma solo a nostalgici gruppi politici eliminati dal parlamento
ehm, leggo commenti deliranti! "che non appartiene all'autore ma a nostalgici gruppi.. blabla..." Ma allora non sarei io a scrivere ma lenin? non credo proprio. E piu' che di antiamericanismo si tratta di una (pragmatica e concreta) presa di distanza da scelte politiche antidemocratiche che sono state fatte negli anni precedenti in usa. Cosi' come in italia - i forzaitalioti dovrebbero capirlo - le critiche a questo governo non vengono da ideologie, ma dalla denuncia di scelte politiche miopi e a volte scellerate. La liberta' e i valori della costituzione sono un buon criterio di valutazione!
vengo su questo blog solo per leggere le periodiche sparate di Phil83....
ma dove vive sto tizio?
sotto una campana di vetro con il grande fratello 24/7?
ha mai letto qualcosa di più impegnativo di topolino?
ma svegliati
"ehm, leggo commenti deliranti! "
... purtroppo anch'io...
cmq faccio una breve analisi:
1)"presa di distanza da scelte politiche antidemocratiche che sono state fatte negli anni precedenti in usa"...non le vede nessuno cmq meglio specificare e non limitarsi a slogan di propaganda.
2)"forzaitalioti" no comment!
3)"le critiche a questo governo non vengono da ideologie" bene allora avanti così che le elezioni la sinistra le vince nel 2050
4)"La liberta' e i valori della costituzione sono un buon criterio di valutazione!" siamo ormai a una comica totale, ormai si sente solo parlare della costituzione, ma si sta delirando.
La Costituzione nessuno la vuole stravolgere e il solo parlare dello stravolgimento dei principi fondamentali è talmente assurdo che appare ridicolo. Bisogna invece dire seriamente che la Costituzione DEVE essere cambiata, con il supporto dell'opposizione per rendere NORMALE il nostro Paese: la Costituzione presenta innumerevoli punti che garantiscono l'inefficienza dello Stato ed uno strapotere alla magistratura ai limiti dell'eversione. La Costituzione è stata scritta alla fine della guerra in un paese completamente diverso in cui bisognava permettere che i comunisti che ci volevano con l'urss (per chi se lo fosse dimenticato!!) partecipassero alla sua stesura, ma non potessero mai vincere le elezioni
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