giovedì 10 gennaio 2008

Immondizia, tra solidarietà e democrazia

di Carlo Baviera

Credevamo di essere il centro del mondo in fatto di raccolta rifiuti: la raccolta differenziata con il sistema porta a porta continua a far discutere a Casale M. ma anche in altre città della provincia. Comitati, proteste, proposte alternative ma anche la consapevolezza che in questi anni la classe politica è riuscita a non far emergere problemi esplosivi sul piano sociale e sanitario.
Poi l'anno nuovo ci ha, di colpo, fatto capire che, in fatto di immondizia, le prime pagine se le era prese la Campania: rifiuti ammassati per le strade, Sindaci in rivolta, Governo in difficoltà, amministratori locali a cui sono state chieste le dimissioni, esercito, cittadini sulle barricate (d'immondizia naturalmente) contro l'apertura di discariche o la costruzione di termovalorizzatori.
Due i motivi di riflessione, a lato della necessità di risolvere in fretta una situazione che ci mette in ridicolo di fronte al mondo:
la questione democratica - Le proteste della gente con forme a volte estreme è diventata ormai una costante (vedi in Val di Susa); ci si oppone sempre e comunque contro ogni decisione; i "comitati contro" sono ormai uno dei poteri. Anche lo scrittore campano Erri De Luca scarica la sua penna contro il Palazzo: «Il Sindaco di S. Giorgio a Cremano tiene le scuole chiuse; è avamposto di battaglia civile. È la serrata, l'unica risposta all'altezza della catastrofe. Il Governo manda l'esercito per imporre la riapertura della discarica già chiusa per tossicità. L'uso della forza contro le sacrosante ragioni degli abitanti. La minaccia alla salute trasforma i pacifici in insorti. Pianura è una provincia martire. I telegiornali strombazzano i piccoli omicidi mentre l'incolumità pubblica è oggi aggredita da emissioni volatili, polveri, falde intossicate. Le barricate sopra i cumuli di immondizia non sono la visita del Medioevo alla modernità, sono l'atto uno di un contratto nuovo tra sudditi e potere, ordine del giorno: la vita, la nuda biologia». Sono parole da meditare; ma questa situazione è solo frutto «della peggiore classe politica della sua storia» (E. De Luca) o non anche della camorra, delle comodità dei cittadini, ecc.? E la rivolta "civile" di mamme, insegnanti, sindaci, ecologisti dell'ultim'ora, cittadini "indipendenti" perchè si sveglia adesso? E perchè (questo vale anche al nord) quando si prospettano soluzioni ai problemi si pongono continuamente ostacoli? Non abbiamo sicurezze, poniamo solo dimande. Che nel nostro Paese ci sia comunque da rivedere le regole democratiche è evidente; e il passaggio alla democrazia deliberativa è urgente. Non possiamo più essere bloccati su ogni decisione. Ovviamente rispettando partecipazione e pluralismo.
questione solidarietà - il Governo chiede alle Regioni del Nord, in spirito di solidarietà, la disponibilità ad accettare i rifiuti del napoletano per sbloccare l'emergenza. Alcuni si dicono disponibili, altri (Regione Lombardia, Presidente Provincia di Torino, Presidente Provincia di Alessandria) invece ritengono che non ci siano le condizioni. Anche qui non abbiamo risposte; però, a parte la necessità di trovare rapidamente un soluzione con la disponibilità di altre aree del paese, va capito che non si può mettere in difficoltà chi è riuscito, in passato con avvedutezza e a tempo, a darsi strumenti per i proprii rifiuti. Dalle nostre parti ci sarebbe l'insurrezione se si utilizzassero i nostri siti; questo però deve far riflettere tutti sulla necessità, anche per il futuro, di trovare soluzioni per i nostri rifiuti. Dobbiamo coinvolgere tutti in discussioni e confronti, far esprimere democraticamente le persone, decidere. E questo vale non solo per le discariche o gli inceneritori, ma sulle tante questioni ambientali. Impariamo tutti, amministratori e cittadini, comitati e associazioni, a confrontarci a tempo prima delle decisioni, modificando le opinioni quando necessario. La democrazia deliberativa dobbiamo cominciare a metterla in pratica per evitare emergenze e barricate.