giovedì 25 ottobre 2007

Oltre l'ASL

di Carlo Baviera

Così un altro pezzo di storia del Monferrato è stato smantellato; l'Asl, che teneva insieme un territorio, subisce l'eutanasia da parte della Regione. Nei prossimi mesi sapremo se almeno la sede della nuova Asl provinciale sarà lasciata (come proposto dalla Presidente della Regione) a Casale Monferrato: dubitiamo di questo sbocco, ma continuiamo a sperare. Fortunatamente, almeno il Servizio Socio - Assistenziale resterà organizzato a livello monferrino fra i 52 Comuni aderenti, e i Comuni di Moncalvo, Trino e Palazzolo resteranno nel nostro distretto sanitario.
Preso atto della soluzione, peraltro conseguenza di decisioni passate che vedevano la sanità come Azienda da gestire con principi di economicità ed efficienza e quindi da razionalizzare con una visione di mercato in concorrenza con strutture private, è inutile voltarsi indietro e piangere sul passato. È il momento di un colpo di reni per l'intero Monferrato; poichè le battaglie contro l'accorpamento Asl o a favore della Corte d'Appello non sono azioni campanilistiche, ma invece la continuità di un impegno che cerca di dare identità al territorio, di tenerlo unito proprio per sconfiggere i campanilismi, per avere una sola voce nella programmazione della Provincie e della Regione, serve continuare l'impegno cercando nuovi obiettivi. Alcuni, quasi per ritorsione, pensano al passaggio con la Provincia di Vercelli; ma il problema non è solo e tanto il cambio di provincia pensando che questo solo basti ad avere alleati forti e recuperare quanto negli anni è stato sottratto a Casale.
Serve capire quale ruolo si è capaci di individuare per il casalese (le potenzialità turistiche vanno meglio precisate e finalizzate, si deve continuare a fornire nuovi servizi al sistema produttivo, dobbiamo qualificare sempre più l'offerta scolastica e universitaria); dobbiamo pensare a politiche demografiche più aggressive rispetto a quanto si muove a livello nazionale; va rilanciata tutta la politica collinare e agricola; bisogna favorire una viabilità più snella con Torino e Milano e insistere per un sistema di trasporti su rotaia che non ci consideri un paese sperduto e periferico.
Il futuro è una classe politica che superi recenti litigiosità o miopi ostruzionismi reciproci, cerchi solide alleanze con altri territori, individui priorità per tutto il territorio, non resti chiusa nel palazzo ma programmi con la società, gli imprenditori, i soggetti sociali, il mondo della cultura e del volontariato; e che sappia guardare ed inserirsi nelle strategie generali che avvengono attorno a noi (Alta Velocità, Logistica, Retroporto Genovese, Settembre Musica che lega Torino e Milano e comuni minori, ecc.). Solo con un territorio che aumenti i residenti e che abbia un'economia più solida sarà possibile ottenere istituzioni che qualifichino Casale
come capoluogo e il Monferrato come area rilevante nel sistema regionale.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Nel concordare con le idee espresse in questo articolo, esprimo però due considerazioni. la prima è che occorre distinguere tra questioni locali e questioni globali: voglio dire che certi problemi, come la corsa a trasformare i servizi pubblici in aziende, non possono essere risolti SOLI dai comuni!
La seconda osservazione riguarda il futuro. Credo che Casale dovrà muoversi su due livelli: 1) quello dell'industria e del commercio, stringendo più forti rapporti con l'asse nord-sud vercelli- alessandria; 2) quello del territorio del monferrato. Qui la sfida è a lungo termine; occorre pensare a un turismo che non comprometta il territorio, occorre integrare produzione agricola con strutture ricettive e occorre (magari si facesse) creare un istituzione comune a tutto il monferrato, che si avvalga di esperti dal mondo della ricerca nella pianificazione del territorio. Essere originali e non anonimi è vincente al giorno d'oggi.
il vostro affezionato stef.