lunedì 23 febbraio 2009

PIU' SICUREZZA O PIU' STATO MUSCOLARE?

E finalmente arrivano le "ronde".
Non si nega certo che la questione sicurezza sia reale (anche se a volte enfatizzata più che in altre epoche); che una serie di fenomeni sociologici, compresa l'aumentata presenza di culture e valori diversi dai "nostri" tradizionali, facciano aumentare le violenze di ogni genere, i furti, le rapine, ecc.; che un qualsiasi genitore vorrebbe che i propri figli siano protetti in qualunque modo quando sono fuori casa, ma quando le risposte sono semplicistiche e infercite di un pò di razzismo oppure chiedano interventi (pena di morte, castrazione, ecc.) che fanno tornare la giustizia a prima di Cesare Beccaria sembra eccessivo.
Anche voci della Chiesa hanno sottolineato, nei giorni passati che "muore lo stato di diritto".
«Così si va verso l' apartheid». «E' l' abdicazione dello Stato di diritto e si criminalizza l' immigrazione». E' senza appello la bocciatura dei rappresentanti delle comunità di accoglienza sul decreto sicurezza. In particolare preoccupano i due capisaldi del decreto, le ronde antistupro e il prolungamento dei tempi di permanenza degli irregolari nei centri di identificazione (Cie).
Analoghe critiche nei giorni scorsi erano state fatte da ambienti cattolici anche per il disegno di legge che obbliga i medici a denunziare i malati clandestini ora al vaglio del Parlamento. Varare le ronde «rappresenta una abdicazione dello Stato di diritto e non è una strada da percorrere perché la tutela della sicurezza spetta sempre alle autorità», lamenta il vescovo Agostino Marchetto, segretario del pontificio consiglio dei Migranti. Per il monsignore, c' è il fondato pericolo che il decreto possa «alimentare un clima di criminalizzazione dei migranti», causando una incontrollabile caccia al clandestino e un clima di intolleranza verso gli stranieri. Per cui il decreto «certamente non trova il consenso della Chiesa».
Analoghe riserve anche per il prolungamento della permanenza nei Cie e per l' obbligo dei medici a denunziare i clandestini. «Se gli irregolari si fanno prendere dalla paura perderanno la fiducia e, non conoscendo i propri diritti, potrebbero preferire non curarsi, o favorire la creazione di strutture illegali. Criminalizzare le migrazioni irregolari significa non riconoscere il diritto ad emigrare, un diritto - conclude Marchetto - tutelato dalla dichiarazione sui diritti umani e difeso dalla Chiesa».
«Purtroppo con decreti simili stiamo scivolando verso l' apartheid», denunzia don Vinicio Albanesi, presidente del Coordinamento nazionale delle comunità di accoglienza (Cnca). «Siamo solo capaci a mostrare i muscoli e ad affrontare il fenomeno migratorio in termini razziali, senza però - accusa ancora Albanesi - disdegnare di sfruttare clandestini e badanti in quei lavori che gli italiani non vogliono fare più, come l' edilizia e l' agricoltura e l' assistenza agli anziani». Anche per il Servizio dei Gesuiti per i rifugiati, «nel paese c' è un clima di intolleranza e xenofobia» provocato anche dalle «dichiarazioni ad effetto di alcuni politici». Purtroppo da Vaticano si è subito voluto precisare che "non vanno attribuite alla Santa Sede posizioni personali. Le autorità civili hanno il diritto di provvedere al Bene Comune. Si rispettano le scelte del Governo". Formalmente la posizione è corretta ma:

- allora bisogna SEMPRE rispettare e accerrate le scelte del Governo !!??!
- sono nella sostanza smentite le posizioni di chi ritiene sbagliate alcune scelte?
- la difesa della persona e della vita dei cittadini quandi si tratta di stranieri o anche di "colpevoli di reato" è sospesa? e la Chiesa non se ne fa più carico?
Inoltre, a proposito di sicurezza, e ribadendo che i cittadini hanno il diritto a sentirsi difesi e a non essere meno tutelati rispetto a chi delinque, perchè non si istituiscono ronde anche contro l'evasione fiscale, per la sicurezza sul lavoro, per l'emissione di regolari fatture, contro chi esercita o beneficia della prostituzione ad alti livelli, contro che usa o spaccia droga in ambienti dell'alta società?
Ubertino di Casale

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