martedì 26 giugno 2007

Dopo le "notti bianche" i "giorni del rilancio"?

di Carlo Baviera

50.000 persone (?) alla notte bianca di Casale; un successo riconosciuto da tutti.
Esperienza da ripetere, sapendo che ci si dovrà limitare per altre spese. Anche i monferrini hanno risposto a proposte interessanti, come è avvenuto in altre città. Abbiamo avuto la fortuna di essere risparmiati dalle zanzare, e non sempre avremo questa fortuna. Può essere, quella delle "notti bianche", una valida alternativa agli sballi del sabato sera, o tenderà a trasformarsi anche questa in qualcosa di trasgressivo e inutile fuga dalla realtà? Ciò dipenderà dalla serietà della proposta, dalla presenza di cittadini di ogni età e cultura, dalla vigilanza attenta. E si potrebbe anche estendere, come iniziativa, a qualche paese, per avere più occasioni durante la bella stagione.
Comunque, a parte la bella esperienza culturale, di manifestazioni, turistica, e insieme la proposta (tutta da verificare per la sua realizzazione e di mantenimento nel lungo periodo) di riconoscere a Casale la sede dell'ASL provinciale, non dobbiamo perdere di vista la progettualità complessiva di sviluppo del Monferrato (ruolo e investimenti). Da questo punto di vista sono da apprezzare le sottolineature che vengono dal Presidente della Provincia Paolo Filippi rilasciate in una intervista: in questi anni la Provincia ha fatto interventi sul sistema scolastico, progettazione delle circonvallazioni di S. Germano e Morano, prossimo inizio lavori di allargamento della Casale-Valenza, sollecito di atti per un insediamento logistico in area industriale (a sostegno anche di una collaborazione per investimenti cinesi), sostegno decennale insieme a Fondazione CRT, imprenditori e comune dell'Università, progetti per la filiera del freddo, opere stradali e sostegno dei prodotti tipici in Valcerrina. Bene! Fra ciò che ancora manca, da parte di tutti i livelli superiori, è un'adeguata pubblicizzazione del nostro territorio e delle sue potenzialità e bellezze; altre zone sono più "spinte", mentre a noi non sempre viene riconosciuto un ruolo regionale; ma non dobbiamo deprimerci, anzi dobbimo lavorare di più e meglio per conquistare quanto altri a volte cercano di non riconoscerci.

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