sabato 30 giugno 2007

SULLO SCAFFALE

Giovani di oggi
GIOVANI D'OGGI



Autore: Mons. DOMENICO SIGALINI
Intervista di: FRANCESCO ROSSI
Casa editricie: LA SCUOLA
Prezzo: Euro 8,50




Chi sono le nuove generazioni? Che progetti hanno per il futuro? Quali sono i sogni, le angosce, le sofferenze dei giovani? E come si può comunicare con la tribù del web e dei telefonini?

Sulle nuove generazioni corrono le opinioni più diverse, espresse spesso in base all’andamento della cronaca e dei fatti che la dominano. Così i giovani sono di volta in volta ritenuti generosi fino all’eroismo o eterni immaturi o egoisti insensibili. Mons. Domenico Sigalini (Vescovo della Diocesi di Palestrina dal 2005, a lungo responsabile del Servizio Nazionale per la Pastorale Giovanile della CEI), sollecitato dalle domande del giornalista Francesco Rossi, entra nel mondo dei giovani e ne esplora l’animo e i linguaggi. Senza giudicare, ma amandoli con la passione dell’educatore e del pastore. Un approccio efficace e fresco al mondo giovanile, che tocca i temi del rapporto fra generazioni, della famiglia, delle tecnologie e del divertimento, così come quelli dell’immigrazione e dell’affettività, del lavoro e dalla fede.

martedì 26 giugno 2007

Dopo le "notti bianche" i "giorni del rilancio"?

di Carlo Baviera

50.000 persone (?) alla notte bianca di Casale; un successo riconosciuto da tutti.
Esperienza da ripetere, sapendo che ci si dovrà limitare per altre spese. Anche i monferrini hanno risposto a proposte interessanti, come è avvenuto in altre città. Abbiamo avuto la fortuna di essere risparmiati dalle zanzare, e non sempre avremo questa fortuna. Può essere, quella delle "notti bianche", una valida alternativa agli sballi del sabato sera, o tenderà a trasformarsi anche questa in qualcosa di trasgressivo e inutile fuga dalla realtà? Ciò dipenderà dalla serietà della proposta, dalla presenza di cittadini di ogni età e cultura, dalla vigilanza attenta. E si potrebbe anche estendere, come iniziativa, a qualche paese, per avere più occasioni durante la bella stagione.
Comunque, a parte la bella esperienza culturale, di manifestazioni, turistica, e insieme la proposta (tutta da verificare per la sua realizzazione e di mantenimento nel lungo periodo) di riconoscere a Casale la sede dell'ASL provinciale, non dobbiamo perdere di vista la progettualità complessiva di sviluppo del Monferrato (ruolo e investimenti). Da questo punto di vista sono da apprezzare le sottolineature che vengono dal Presidente della Provincia Paolo Filippi rilasciate in una intervista: in questi anni la Provincia ha fatto interventi sul sistema scolastico, progettazione delle circonvallazioni di S. Germano e Morano, prossimo inizio lavori di allargamento della Casale-Valenza, sollecito di atti per un insediamento logistico in area industriale (a sostegno anche di una collaborazione per investimenti cinesi), sostegno decennale insieme a Fondazione CRT, imprenditori e comune dell'Università, progetti per la filiera del freddo, opere stradali e sostegno dei prodotti tipici in Valcerrina. Bene! Fra ciò che ancora manca, da parte di tutti i livelli superiori, è un'adeguata pubblicizzazione del nostro territorio e delle sue potenzialità e bellezze; altre zone sono più "spinte", mentre a noi non sempre viene riconosciuto un ruolo regionale; ma non dobbiamo deprimerci, anzi dobbimo lavorare di più e meglio per conquistare quanto altri a volte cercano di non riconoscerci.

lunedì 25 giugno 2007

I giovani promuovono i Comuni

di Carlo Baviera

«In un momento di grande insicurezza e di forte disaffezione verso le istituzioni, i giovani dimostrano di credere molto nei Comuni, che sono molto attenti alle loro esigenze quotidiane». È quanto ha affermato Roberto Pella, Responsabile Nazionale ANCI Politiche Giovanili e Sport, intervenendo nel dibattito svoltosi durante la sessione dell’Assemblea a Bari dedicata alle possibili ricette per la crescita del Sistema Paese.
Pella ha evidenziato come tale vicinanza sia legata innanzitutto al numero crescente di amministratori under 35, su 140mila totali sono 35-37mila i giovani; ma anche al sistema elettorale che, a livello locale, premia il contatto con il territorio, «favorendo così una partecipazione giovanile che a livello regionale e tanto meno politico non è immaginabile».
Il Responsabile Nazionale ANCI Politiche Giovanili e Sport ha poi sottolineato l’impegno sostenuto dall’ANCI per venire incontro alle esigenze del mondo giovanile, dando atto al ministro Melandri di aver avviato un proficuo rapporto di collaborazione. In questo senso Pella ha ricordato l’intesa tra Governo, Regioni ed Enti locali sulla ripartizione del Fondo nazionale per le politiche giovanili, stipulata la scorsa settimana in sede di Conferenza Unificata.
«L’intesa consente anche ai Comuni - ha spiegato - di partecipare alla consultazione per l’utilizzo dei 60 milioni di euro destinati alle Regioni per gli APQ (Accordi di programma quadro), assegnandone altri 15 milioni direttamente a Comuni e Province. Sono finanziamenti - ha evidenziato Pella - che come Anci intendiamo destinare per obiettivi specifici, come l’accesso alla casa, l’accesso al credito e l’accesso al lavoro, tre misure essenziali per rendere i giovani veramente indipendenti».
Infine, il delegato Anci per le politiche giovanili ha lanciato un appello affinché l'Italia possa colmare il gap rispetto agli altri Paesi comunitari, per quanto riguardo il ricambio della classe politica. «In Italia - ha affermato - esistono molti giovani con grande esperienze negli enti locali, i quali sicuramente sapranno mettere a frutto tale bagaglio anche nella vita politica nazionale, sia nel Parlamento che nel Governo».
Queste le considerazioni che emergono da un comunicato dell’Associazione Nazionale dei Comuni; valgono anche per il Monferrato? C’è stato reale ringiovanimento degli amministratori e della classe politica? E i giovani credono all’azione dei Comuni? Hanno avvertito le iniziative assunte in questi anni (la sede locale dell’Università, le politiche formative, lo sviluppo delle aree industriali di Casale e dei dintorni, le spese per una politica culturale e del tempo libero più di sostanza rispetto alla sola proposta di musica “giovanilistica” e da sballo,… )? Nonostante tante cose positive sarebbe urgente una risposta (e questa non compete solo ai comuni) a due questioni: il lavoro possibilmente nel nostro territorio e l’accesso alla casa per chi si sta preparando al matrimonio. È una urgenza nazionale, ma che noi dobbiamo chiedere che sia concretizzata qui in loco, anche come sostegno alle questioni demografiche.

sabato 16 giugno 2007

SULLO SCAFFALE

Una rivoluzione nonviolentaUNA RIVOLUZIONE NON VIOLENTA



Autore: DANILO DOLCI
Curatore: GIUSEPPE BARONE
Casa editricie: TERRE DI MEZZO EDITORE
Prezzo: Euro 10,00



Danilo Dolci, triestino di nascita, negli anni '50 scelse la Sicilia per la sua lotta nonviolenta per il pane, il lavoro, la democrazia e contro ogni mafia. Le sue idee, ancora oggi, sono un punto di riferimento per molti: la distinzione fra “trasmissione” e “comunicazione”, la ricerca di modelli organizzativi partecipativi, la proposta di un nuovo modo di educare basato sulla valorizzazione della creatività individuale e di gruppo. Questo libro presenta una biografia appassionata a firma di Giuseppe Barone, e una selezione degli scritti di Danilo Dolci.

mercoledì 13 giugno 2007

Diminuire le spese, non la democrazia

di Carlo Baviera

L'Aula di MontecitorioA parte il recente caso Visco-Speciale (che può ancora causare danni alla Nazione per gli esiti imprevisti e per le strumentalizzazioni legate non tanto al caso in sé ma ai continui tentativi di far saltare il Governo) credo che il tormentone dell’estate 2007 più che la solita canzoncina da spiaggia sia la riduzione dei costi della politica. Tormentone perché un tema estremamente serio viene affrontato con la scimitarra e con lo spirito da “Angelo sterminatore” che sta diventando sempre più il modo normale di fare politica: a una politica tante volte accomodante e insabbiatrice, si contrappone il metodo “uragano” dei referendum, delle inchieste giudiziarie, del «sono tutti marci e continuano a rubare, mentre noi dobbiamo sempre pagare», e via infangando.
Il problema esiste ed è serio, ma non solo per garantire auto blu, gettoni favolosi, organismi inutili; sono la democrazia, la necessità di decentrare, il riconoscere ruolo alle autonomie locali che comportano anche dei costi. A meno che non si pensi a soluzioni bonapartiste o autoritarie (forse è vero che gli italiani sono davvero propensi a sottostare a una dittatura che li incanali e rassicuri!) dove non ci siano comitati di protesta, ma neanche partecipazione democratica e responsabile, dove non si riconosca alla società civile di organizzarsi, dove i partiti (strumento fondamentale per il confronto e la proposta politica) tornino ad essere comitati elettorali per reggere la coda al notabile o al gruppo di potere di turno.
Certo, la democrazia non va imballata da troppi comitati, enti, meccanismi che ritardano le decisioni. C’è bisogno di snellezza ed essenzialità: ma bisogna cominciare da chi accumula più incarichi (e prebende!), e non togliendo la scorta a chi è minacciato o riducendo il compenso dei Dirigenti (se li vogliamo preparati e all’altezza del compito vanno retribuiti come nel privato) e le spese di rappresentanza necessarie per tenere rapporti.
Sì, diminuiamo i ministri, i sottosegretari, i parlamentari e i consiglieri ai vari livelli, diminuiamo i gettoni, ecc. ma non pensiamo che così si sia risolto il problema. Il cancro è altrove: in chi siede nei Consigli delle Banche e delle Fondazioni, in chi fa consulenze vendendo fumo e parole, in chi sta in Amministrazioni di Enti semi-privatizzati e decide il bello e il cattivo tempo per i cittadini, in centri studi di ogni genere, ecc.
E ai livelli locali, possiamo anche togliere agli Amministratori i telefonini, gli uffici stampa, e quant’altro ritenuto uno spreco, ma il risultato sarà il recupero di poche migliaia di euro e una amministrazione che dovrà comportarsi come se avesse le pezze al culo.
Ciò che serve sono più etica e moralità nell’uso del potere e nella gestione della cosa pubblica: essere dignitosi, essenziali, rigorosi e non emuli dei “rampanti” degli anni ’80. Va però garantito a chi si impegna e ha incarichi pubblici di poterlo fare senza perderci, potendo usare gli strumenti necessari. Quando i nostri sindaci rinunciano al gettone, quando i consiglieri il loro gettone lo usano per pagare le imposte e per sostenere qualche attività politica di partito credo che non possiamo chiedergli anche di passare per i ladri della finanza pubblica.
Altro discorso per i finanziamenti pubblici a partiti e loro giornali: chi non è d’accordo ad abolirli? Per quel che servono o per il numero di lettori di qualche giornale sarebbe un bel risparmio.
E poi, la politica chi la fa? I ceti che dispongono di grandi risorse? Alcuni industriali o direttori di quotidiani? O tornando a dare spazio alla corruzione e alle tangenti? Ma non vediamo le operazioni bancarie, assicurative, e non leggiamo di come “poteri occulti” si contendano partecipazioni ad appalti? È lì che bisogna incidere; però è più facile prendersela con la politica, uno dei tre sport preferiti dagli italiani, insieme al calcio e al s….

sabato 9 giugno 2007

SULLO SCAFFALE

Diario russo 2003-2005DIARIO RUSSO
2003-2005


Autore: ANNA POLITKOVSKAJA
Casa editrice: ADELPHI
Prezzo: Euro 24,00




Questo libro è il testamento morale di Anna Politkovskaja, ma anche la spiegazione implicita del suo assassinio, avvenuto il 7 ottobre 2006 e rimasto impunito. Ricostruisce infatti in dettaglio, su basi rigorosamente documentarie, due anni cruciali della storia russa contemporanea. Rispetto alla Russia di Putin, questa volta la verità sul Paese non si rivela attraverso un affresco polifonico, storie convergenti che solo alla fine individuano il loro motore immobile nella figura di Putin. Qui la prospettiva è rovesciata: si parte dal centro stesso del potere, documentando giorno per giorno lo scaltro gioco politico che ha portato alla morte della democrazia parlamentare russa e al progressivo contrarsi della libertà di informazione. Una morte annunciata già nel 1999, ma divenuta palese con l’elezione pilotata della IV Duma nel dicembre 2003 e il progressivo indebolimento del fronte democratico. L’esplosione nella metropolitana di Mosca, il crollo dell’Aqua Park di Jasenevo, l’insabbiamento dell’inchiesta sull’eccidio al Teatro Dubrovka, l’assassinio del presidente ceceno Achmed Kadyrov e l’eccezionale intervista a suo figlio Ramzan, le testimonianze sul sequestro di Beslan, le cosiddette «azioni terroristiche di al-Qaeda nel Caucaso», l’assassinio del giornalista di NTV Parfenov. Ecco alcune tappe di questo viaggio perturbante nella storia di ieri, dove la formula del diario permette di ricostruire i passaggi intermedi di avvenimenti che hanno ripetutamente sconvolto la Russia – e le loro connessioni con la politica, spesso fatalmente sfuggite ai media occidentali. Passione civile, pertinace ricerca della verità, consapevolezza coraggiosa del pericolo, volontà di giustizia hanno fatto di Anna Politkovskaja non solo «la coscienza morale perduta della Russia» – come qualcuno ha scritto – ma, ancor meglio, la coscienza morale «salvata» della sua terra.

sabato 2 giugno 2007

SULLO SCAFFALE

Gomorra - Viaggio nell'impero economico e nel sogno della camorraGOMORRA
VIAGGIO NELL'IMPERO ECONOMICO E NEL SOGNO DELLA CAMORRA



Autore: ROBERTO SAVIANO
Casa editrice: MONDADORI
Prezzo: Euro 15,50



Questo incredibile, sconvolgente viaggio nel mondo affaristico e criminale della camorra si apre e si chiude nel segno delle merci, del loro ciclo di vita. Le merci "fresche", appena nate, che sotto le forme più svariate - pezzi di plastica, abiti griffati, videogiochi, orologi - arrivano al porto di Napoli e, per essere stoccate e occultate, si riversano fuori dai giganteschi container per invadere palazzi appositamente svuotati di tutto, come creature sventrate, private delle viscere. E le merci ormai morte che, da tutta Italia e da mezza Europa, sotto forma di scorie chimiche, morchie tossiche, fanghi, addirittura scheletri umani, vengono abusivamente "sversate" nelle campagne campane, dove avvelenano, tra gli altri, gli stessi boss che su quei terreni edificano le loro dimore fastose e assurde - dacie russe, ville hollywoodiane, cattedrali di cemento e marmi preziosi - che non servono soltanto a certificare un raggiunto potere ma testimoniano utopie farneticanti, pulsioni messianiche, millenarismi oscuri. Questa è oggi la camorra, anzi, il "Sistema", visto che la parola "camorra" nessuno la usa più: da un lato un'organizzazione affaristica con ramificazioni impressionanti su tutto il pianeta e una zona grigia sempre più estesa in cui diventa arduo distinguere quanta ricchezza è prodotta direttamente dal sangue e quanta da semplici operazioni finanziarie. Dall'altro lato un fenomeno criminale profondamente influenzato dalla spettacolarizzazione mediatica, per cui i boss si ispirano negli abiti e nelle movenze a divi del cinema e a creature dell'immaginario, dai gangster di Tarantino alle sinistre apparizioni de "Il corvo" con Brandon Lee.
In questo libro avvincente e scrupolosamente documentato Roberto Saviano ha ricostruito sia le spericolate logiche economico-finanziarie ed espansionistiche dei clan del napoletano e del casertano, da Secondigliano a Casal di Principe, sia le fantasie infiammate che alle logiche imprenditoriali coniugano il fatalismo mortuario dei samurai del medioevo giapponese. Ne viene fuori un libro anomalo e potente, appassionato e brutale, al tempo stesso oggettivo e visionario, di indagine e di letteratura, pieno di orrori come di fascino inquietante, un libro il cui giovanissimo autore, nato e cresciuto nelle terre della più efferata camorra, è sempre coinvolto in prima persona. Sono pagine che afferrano il lettore alla gola e lo trascinano in un abisso dove davvero nessuna immaginazione è in grado di arrivare.