venerdì 13 giugno 2008

Unione dei Comuni

by Carlo

Leggiamo sui giornali che nelle linee per la Legge Finanziaria 2009 si prevede l'accorpamento obbligatorio dei Comuni sotto i 5.000 abitanti. È da tempo che si immagina una soluzione che porti alla diminuzione degli enti locali, con conseguenti minori costi e (forse) meno burocrazia.
Certamente, e lo vediamo anche in Monferrato, ci sono ormai molti Comuni al di sotto anche dei 500 abitanti, e quando serve collaborare per i servizi si creano difficoltà a mettere tutti insieme e far ragionare decine di enti.
Sappiamo, però, che le soluzioni imposte non sono sempre le migliori e l'attaccamento ai campanili resti forte nelle persone. Le Comunità non si creano nè si cancellano artificialmente, sono preesistenti alle leggi e algi Stati: almeno questo ci hanno insegnato maetri da Rosmini, a Sturzo e Martinazzoli.
Ciò non vuol dire che non si debba razionalizzare; ma desidereremmo che questo lavoro avvenisse con il consenso e favorendo, nelle soluzioni, la partecipazione e la responsabilità dei "cittadini" per il bene comune. Le Unioni dei Comuni del nostro Monferrato sono un esempio di collaborazione e di abitudine a vedere le cose oltre il proprio naso. Ciò che serve è non far sentire le persone dei piccoli paesi ancor più sole/isolate e dimenticate. Se un'operazione di accorpamento dei Comuni piccoli può avere senso, questo deve avvenire lasciando i servizi essenziali in ogni centro, garantendo che il Municipio (la casa dei cittadini) resterà non solo formalmente, trovando soluzioni di "governo/amministrazione" dei territori che non accentrino le decisioni su pochi, ma permettano a tanti di essere coinvolti.
La diminuzione del numero dei Comuni, in sostanza, non deve essere tanto pensata a fini burocratici ma per rilanciare l'interesse delle persone e lo sviluppo dei territori.
Cosa ne pensiamo? C'è chi ha proposte? E chi si oppone alla soluzione ipotizzata, quali motivazioni porta?
Pensiero Giovane attende risposte!

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