giovedì 13 settembre 2007

Monferrato, Beppe Grillo e Partito Democratico

di Carlo Baviera

Abbiamo superato, indenni, l'estate e i tormentoni che (come ogni anno) ci vengono ammanniti senza poi affrontarli in modo risolutivo: gli incendi, le questioni climatiche, il fisco troppo esoso, le evasioni fiscali, gli omicidi e l'aumento dell'insicurezza, i lavavetri, gli imbrattatori di muri. Purtroppo si parla meno di raket, dei fenomeni mafiosi, di speculazioni finanziarie ed edilizie, di illegalità diffusa accettata o subita. E anche l'evento politico dell'anno, il Partito Democratico, anzichè essere costruito a partire dall'analisi e dalle proposte riguardo ai problemi "veri" e da come rivitalizzare il sistema democratico rappresentativo e partecipativo, mette al primo posto la scelta della leadership da farsi senza sapere cosa e come sarà il partito, quali i riferimenti ideali e programmatici, ecc. E le regole delle primarie non consentono nè voto disgiunto nè voto di preferenza, con accordi anche per le segreterie regionali preconfezionati dai vertici nazionali: siamo alle solite! E per fortuna c'è chi si è messo di traverso. Ci auguriamo che la scelta della dirigenza locale abbia un percorso diverso e legato alla questioni che interessano la popolazione e il futuro del Monferrato. Ad esempio, speriamo che non ci si sieda soddisfatti per la proposta di riconoscere a Casale la sede dell'ASL provinciale: questo è importante ma il nostro futuro non è solo sede ASL!

Ci chiediamo poi se un po' di metodo Grillo non serva anche qui. Certo, tutti vediamo i rischi che stanno dietro alla semplice semplice protesta, la facile offesa per una intera classe dirigente, la semplificazione delle soluzioni, la mancanza di un disegno compiuti di governo; le stesse proposte devono essere ben soppesate (i motivi di condanna non sono tutti uguali: non tutti sono Dell'Utri, e chi ha precedenti P2 magari figura più pulito di un ex sindaco condannato per errore amministrativo!). Però anche qui un rinnovamento della politica serve: rinnovamento di idee, rinnovamento dei comportamenti di alcuni politici più propensi a mettersi in mostra o a rivendicare posizioni di potere, rinnovamento nel coinvolgimento della base e nella trasparenza delle decisioni.

Dicevamo di Beppe Grillo, di cui tutti parlano in questi giorni per criticare o per apprezzare; certo è che "ha avuto il coraggio di parlare chiaro, porsi contro il potere costituito, contro le multinazionali del consumo o le grandi lobbies economiche....di interpretare la parte di chi sta dalla parte della gente comune e parla un linguaggio comprensibile".

Il futuro del Monferrato ha bisogno anche di questo: ascoltare la gente, essere comprensibili, dare obiettivi raggiungibili. Il PD deve essere molto di più di quanto rappresenta Grillo, ma non potrà prescindere dal trattare le questioni del nostro territorio, ridare alla gente il gusto di partecipare, non trattare le cose solo nel palazzo, e saper individuare e organizzare il futuro rispondendo alle questioni: quali infrastrutture servono, quale viabilità, come affrontare assistenza sociale, formazione, sostegno alle imprese innovative, come sveltire la burocrazia amministrativa, quale ruolo chiediamo di giocare come Monferrato pur all'interno della collaborazione regionale, quale progetto educativo per i giovani. Questa è la mission che deve avere il PD per riavvicinare alla politica.

1 commento:

pablo ha detto...

Sono d'accordo che il PD deve essere molto di più di quanto rappresenta Grillo. Ma deve tenere in considerazione quello Grillo sta dicendo da anni: ridare la parola ai cittadini.
Il PD deve scendere dalla barca di D'Alema e salire sull'utilitaria dell'operaio.